Fuori della sala un gruppo di parenti, mi avvicino con discrezione, non mi hanno riconosciuto: è sveglia, muove le gambe, tutto bene. Dal telefonino mostro il controllo radiografico: curva corretta! Primo passo fatto, ora passa ai colleghi della terapia intensiva: la prognosi si scioglie domani.
Cosa c’è dietro l’ intervento per correggere la scoliosi?
C’è una grande tradizione iniziata negli anni 60: Pier Giorgio Marchetti e mio padre Alessandro furono tra i primi nel mondo a operare la scoliosi sotto la guida del loro Maestro Scaglietti, da allora la ricerca non si è mai fermata con lo scopo di migliorare la correzione della deformità contenendo i rischi.
Così è nato HIPOAD, un acronimo che somma quattro manovre chirurgiche applicate simultaneamente per correggere le gravi scoliosi. Una innovazione premiata negli Stati Uniti dall’American Academy of Orthopaedic Surgeons, la cui pubblicazione ha contributo a consolidare la fama dell’Istituto Ortopedico Rizzoli, considerato dagli stessi Americani il quinto ospedale ortopedico al mondo. Ore di studio e lavoro, la sera dopo le 21, nei festivi… condiviso con un gruppo di eroi che finita la sala operatoria invece di andare a casa ordina la pizza per rimanere a scrivere: Alberto Ruffilli, Fabio Vita, Giovanni Viroli, Marco Manzetti, Marco Ialuna e Matteo Traversari.
Ma non basta perché l’intervento nella sua complessità richiede un contributo da altre figure professionali dell’Istituto Rizzoli: anestesisti rianimatori, personale infermieristico, tecnici di fisiopatologia e radiologi, fisioterapisti.
Un aspetto non secondario è che un intervento come questo in USA costa oltre mezzo milione di dollari: chi non ha una potentissima assicurazione non se lo può permettere. Ho la fortuna (e sono orgoglioso) di lavorare in un Istituto di Ricerca a Carattere Scientifico cui il Sistema Sanitario Regionale non ha mai fatto mancare le risorse, considerando che anche in Italia questa delicata procedura costa più di quanto rende. Viva la Sanità Pubblica!
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