Ho letto sul giornale ieri che l’AGEOP, associazione genitori onco-ematologia pediatrica, per mezzo della sua presidente del settore ricerca, considerando inadeguato il Rizzoli propone un percorso clinico fuori dell’Istituto per i più piccoli. Un giudizio sul contenitore che non rende giustizia del contenuto.

Cari genitori dell’associazione, vi invito a giudicare con più attenzione il Rizzoli: se oggi migliaia di voi hanno figli guariti da un tumore osseo o muscolare si deve all’innovazione e la ricerca dell’Istituto Ortopedico Rizzoli.

Le intuizioni geniali del professor Mario Campanacci, Maestro ineguagliabile nell’approccio alla cura dei tumori dell’osso hanno abbassato le curve di mortalità proprio con l’approccio combinato oncologico e chirurgico. Un modello che ha fatto Scuola, e che è figlio di una tradizione di 127 anni. Vittorio Putti negli anni ‘20, iniziò ad interessarsi di tumori ossei. Incaricò il suo primo aiuto universitario (un certo Giulio Faldini, mio nonno) ed un giovane studente (che si rivelò il geniale Oscar Scaglietti) di raccogliere la prima statistica dei tumori ossei dell’Istituto Rizzoli. Correva l’anno 1927. Già ai tempi, un terzo dei pazienti erano bambini. Da allora, il centro tumori del Rizzoli è sempre e solo cresciuto facendo tesoro della propria storia, proponendo cure sempre più efficaci.

Il Rizzoli però non ha solo abbattuto la mortalità, ma anche l’incidenza dell’amputazione, perché tra la casistica che oggi tutto il mondo guarda con ammirazione è quella dei piccoli trattati con protesi allungabili, che assecondano la crescita. Obiettivo raggiunto grazie al ruolo di centro leader del settore, capace di attrarre i pazienti da tutta Italia e anche dall’estero, permettendo ai ricercatori di trovare soluzioni anche in forme rarissime e complesse, con ricostruzioni ossee alternative all’amputazione.

Primo caso al mondo di protesi che cresce in una bimba di meno di 3 anni, al Rizzoli; correva l’anno 2014, questo è l’Istituto: innovazione e ricerca ispirate alla storia.

Ogni contenitore è migliorabile, ma non credo che siamo messi male come sembra dalle parole dell’intervista (al Rizzoli c’è un bellissimo reparto bambini), ma il vero merito dell’Istituto Ortopedico Rizzoli è il contenuto, percepito come ineguagliabile da tutti i centri oncologici ortopedici del mondo, che con la sua ricerca ha abbattuto la mortalità dei tumori e la presenza di genitori nei gruppi di lutto.

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